6Lug2018

Conferenza di presentazione del Congresso

Fino al 2020 Udine sarà la città di riferimento contro la solitudine

I numeri lasciano poco spazio alle interpretazioni: 8,5 milioni di italiani vivono da soli, in media 1 persona su 5 con più di 18 anni non ha nessuno su cui contare in caso di bisogno (1 su 4 oltre i 75 anni), tra il 50 e l’80% di chi è solo, a seconda della fascia d’età, si dichiara profondamente insoddisfatto della propria vita. In un mondo ‘iper-connesso’ tutto questo può risultare paradossale, in realtà la solitudine, ormai, è una vera e propria ‘piaga sociale’ che, se non gestita consapevolmente, può trasformarsi in isolamento, apparentemente senza via d’uscita, e può portare a depressione, suicidio, violenza. 

 Un disagio che tocca tutti, giovani e anziani, uomini e donne, in qualunque fascia d’età e per i motivi più vari. Un tema su cui le associazioni ARTESS e IFOTES vogliono accendere i riflettori, facendo diventare Udine città di riferimento contro la solitudine. Per farlo hanno lanciato un biennio di eventi (2018-2020), riflessioni, approfondimenti dal titolo ‘Solitudini e no. Insieme per il benessere emozionale e sociale’, che culminerà, nel luglio 2019, con il congresso internazionale Uscire dalla solitudine – costruire relazioni,ll ospitato proprio nel capoluogo friulano.

L’iniziativa è stata presentata nella Casa della Contadinanza, a Udine, dalla presidente di IFOTES (International Federation of Telephone Emergency Services) Tina Duvivier, dal direttore Diana Rucli, dalla coordinatrice del progetto O.M.S ‘Città Sane’ Stefania Pascut, dal professor Franco Fabbro ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Udine e referente del Comitato Scientifico del congresso internazionale ‘Uscire dalla solitudine-costruire relazioni, dalla presidente di Telefono Amico Italia Monica Petra, e da Viktor Staudt, autore di libri e relatore, sopravvissuto a un tentativo di suicidio. Hanno portato un saluto i rappresentanti di Comune Assessore Barillari e della Regione Fvg. 

 I NUMERI - Milioni di persone, ogni anno, trovandosi in situazione di disagio emotivo, si rivolgono alle linee telefoniche di emergenza per cercare ascolto, aiuto, conforto. Il 32% delle telefonate ricevute, in Italia, fa riferimento alla solitudine, il 23% in Europa. Il problema si ricollega a temi come l’assenza o la perdita di relazioni significative, la disgregazione dei nuclei familiari, la mancanza di lavoro, l’abbandono scolastico, la malattia, le dipendenze, l’immigrazione, l’emarginazione sociale, il bullismo. Proprio per dare un supporto emozionale, anche in situazioni di crisi, in modo anonimo, nel 1967 è nata IFOTES, realtà che riunisce le associazioni nazionali dei Servizi Telefonici di Emergenza (Tes). A Udine esiste un Centro Telefono Amico Italia, che impegna 14 volontari e che nel corso del 2016 ha registrato 2.030 contatti, per la gran parte dovuti a depressione e disagio psichico. Nel primo caso sono state soprattutto persone tra i 56 e i 65 anni a chiamare (44,44%), nel secondo quelle tra i 36 e i 45 anni (26,67%). Per quanto concerne la depressione, è significativo anche il dato relativo alla fascia d’età tra i 15 e i 18 anni (22,22%) e tra i 36 e i 45 anni (22,2%). Per il disagio sociale, quelle tra i 46 e i 55 anni (26,67%) e tra i 19 e i 25 anni (20%). 

 GLI OBIETTIVI DEL BIENNIO DI EVENTI - «Vogliamo portare il tema della solitudine al centro del dibattito pubblico – spiega Diana Rucli, direttore di IFOTES –, promuovendo il benessere sociale attraverso il benessere relazionale, e offrendo alle persone una via d’uscita e una visione positiva e più serena della vita». Un tema, quello della solitudine, che in alcuni Paesi europei è considerato una priorità: basta guardare cosa avviene in Gran Bretagna, dove esiste addirittura un ministero dedicato. Da qui l’intenzione di IFOTES e ARTESS di far comprendere l’importanza del tema alle istituzioni italiane. «Vorremmo contribuire a rendere la nostra società più vivibile ,  migliorando la qualità della vita di tutti».